La creatività è l'intelligenza che si diverte
“Creativity is just connecting things. when you ask creative people how they did something, they feel a little guilty because they didn't really do it, they just saw something” Steve Jobs
Se mi chiedessero cos’è per te la creatività? Io risponderei con una sola parola: FOLLIA.
Proprio un mesetto fa durante un corso ho affrontato con i miei compagni l’argomento creatività nell’ambito della fotografia, e sono usciti diversi spunti di riflessione e soprattutto punti di vista diversi nel gruppo, ma con un unico denominatore comune; la creatività è l’Arte di esprime se stessi!
Dopo quel pomeriggio ho riflettuto tra me sull’importanza nella nostra vita della creatività e ho fatto un self-brainstorming che voglio condividere con voi.
“Creatività” è espressione del sè, è qualcosa di imperfettamente perfetto, è il nostro dis-astro, una supernova interiore che esplode, è l’artigiano che scalpella la nostra fantasia, è il solletico dell’anima che ci fa “muovere”, è il confine tra lo stare in equilibrio e buttarsi, è uno sguardo rivolto all’altro-ve, ad un nuovo altro-scenario, è uno sguardo all’insight, è la “spiaggia nudista” della nostra anima, capace di metterci a nudo da ogni veste facendoci mettere in contatto con la nostra parte più freestyle, è pertanto libertà, è una fedele ancella del “sorprendente”, è metamorfosi, è la passione per la distruzione “dell’assodato per il non esistente”, è curiosità senza conformismo, è polivalenza, è ribellione. È un modo di essere. Punto.
Insomma, la creatività è l’arte che rompe le regole. Ho detto che per me è riassunta nella parola Follia, perché la creatività ha parentela con gli orli, e talvolta gli abissi, della follia. Si perché la follia non conosce razionalità. Mi spiego... il sogno è il “Teatro della pazzia”, dove tutto è possibile. Quindi, quando la ragione collassa viene ad abitare dentro di noi una dimensione folle, cosi nel sogno ma anche nella realtà se la contattiamo. La follia che ci caratterizza è la base della creatività, ed è in ognuno di noi, in alcuni gioca a nascondino, in altri scalpita come un bimbo nel grembo della mamma al nono mese. Non c’è creatività senza attingere alla nostra dimensione folle. Quindi, se attingiamo alla nostra follia ci abbeveriamo dalla fonte della creatività ed è anche la condizione per cui ci si può intendere con il mondo dei folli.
Se ci pensi le maggiori espressioni artistiche, le migliori opere (poesie, canzoni, dipinti, foto, innovazioni) sono nate da personaggi “malati”, cioè psichedelici in qualche modo, fuori dal coro, visti come pazzi, che con le loro creazioni hanno messo in contatto e fatto conoscere il loro mondo interno, le loro esperienze, le loro realtà, materializzandole in qualcosa che non si era mai visto. Che però ci ha stupito. Dalla follia quindi si realizza l’impensabile pensato.
Cesare Lombroso, che nel 1864 dimostrò come Cellini, Goethe, Vico, Tasso, Newton e Rousseau fossero stati soggetti ad attacchi di «pazzia», concluse che la genialità era l’espressione di una «psicosi degenerativa». Karl Jaspers, che ha esaminato la stessa relazione in Nietzsche, Strindberg, Van Gogh, Hölderlin e Swedenborg, scrisse: «Lo spirito creativo dell’artista, pur condizionato dall’evolversi di una malattia, è al di là dell’opposizione tra normale e anormale e può essere metaforicamente rappresentato come la perla che nasce dal difetto della conchiglia: come non si pensa alla malattia della conchiglia ammirandone la perla, così, di fronte alla forza vitale di un’opera, non pensiamo alla schizofrenia che forse era la condizione della sua nascita».
SVILUPPARE LA CREATIVITA’
Grazie alla fantasia possiamo inventare un mondo che ci piace. Sognare, comporre, innovare, coltivare la nostra immaginazione, ci permette di evadere dalla vita di tutti i giorni. Con un po’ di creatività possiamo aggiungere ad un semplice piatto di pasta una sinfonia di sapori, fare di un banale vaso di fiori un’opera d’arte, trasformare il pic-nic domenicale in un banchetto sontuoso (Alice in Wonderland insegna) … insomma, riusciamo a migliorare ogni cosa, lasciando gli altri a bocca aperta. Ma a volte siamo noi i primi a stupirci dei risultati, perché, se la lasciamo esprimersi, la creatività trova sempre nuove idee. Einstein diceva che “l’immaginazione è più importante della conoscenza perché la conoscenza è limitata, mentre l’immaginazione abbraccia l’intero universo. E l’unico modo di conoscere l’universo è proprio abbracciarlo. La creatività è contagiosa, per questo bisogna trasmetterla”.
Il problema è che conformismo, impegni, mancanza di tempo per noi stessi sono come tante museruole che riducono al silenzio l’immaginazione. Per ridarle la parola, non abbiamo scelta: dobbiamo rallentare. Adottare una “slow attitude”permette alla creatività di esprimersi, anche perché incoraggia il metodo DIY, Do It Yourself. Ideare e inventare invece di consumare è un buon modo di cambiare le proprie abitudini e assumere un ritmo di vita meno frenetico. Per esempio, possiamo prendere il caffè in una posizione assurda, lavare i denti con la mano scomoda, oppure imparare a suonare, dare una forma triangolare alla crostata di mele. Insomma praticare la disordiarietà.
In questo senso la creatività è libertà. Permette di non disperare nelle nostre giornate, ma di sperare e iniziare a disperdere ovunque le minuscole meraviglie semplici che possiamo commettere ogni giorno. Un cervello creativo utilizza le idee in modi inaspettati, usando combinazioni contrastanti di pensieri per promuoverne di nuovi. Questa è la nuova (e al contempo antica) superpotenza della mente umana: reinventare, immaginare, migliorare e ripensare.
La creatività pertanto è “ingenuità”, una parola latina che viene da “in-genuus”, “nato libero”, dove in gioco non è la libertà di, ma la libertà da tutti i condizionamenti, soprattutto mentali, che fanno apparire il mondo entro uno schema interpretativo che annulla sul nascere la sorpresa del mondo.. Sì perché la creatività non è un colpo di genio, o un'intuizione che ti folgora, ma spesso è il risultato di tante teste che pensano, tante sinapsi che si mettono in sinergia creando un cortocircuito capace di stravolgere la realtà.
SENZA CREATIVITA’ NON ESISTE INNOVAZIONE
Lo sviluppo progressivo dell'uomo è direttamente legato all'invenzione. Essa è il prodotto più importante della sua mente creativa. Il suo scopo ultimo è il dominio completo della mente sul mondo materiale, l'imbrigliamento delle forze della natura per le necessità umane. (Nikola Tesla, Le mie invenzioni, 1919)
La creatività è l'esatto opposto di ciò che è prevedibile, è qualcosa che deve sfidare e sorprendere, osare e motivare. Ebbene, se hai capito e fatto tuo il concetto di creatività non puoi ora non considerare l’innovazione come la sua conseguenza. Che mondo sarebbe quindi senza creatività? Non ci sarebbe l’arte in tutte le sue forme e non ci sarebbe innovazione! Non ci sarebbe futuro.
La creatività e l’innovazione si possono esprimere in qualsiasi situazione o lavoro, e sono certamente la vera ricchezza dell'uomo: un bambino può essere allenato fin dalla prima età a sviluppare questo atteggiamento creativo nei confronti della vita. Occorre però che l'educazione non lasci atrofizzare e rinsecchire l'artista che c'è in ogni individuo alla nascita.
Ora voglio svelarti come non rinsecchire ciò, anche se non sei più un fanciullo/a. Partiamo dal concetto di plasticità, conosci?
LA NEUROPLASTICITA’ - Il nostro cervello è plastico
Ci pensi al miracolo vivente che siamo? Siamo fatti da miliardi di cellule... ed ogni singola parte ha una funzione fondamentale. Pensa solo al cervello... oltre alla materia, all’interno c’è un campo da combattimento... ci sono miliardi di neuroni, di sistemi elettrici che giorno e notte non smettono di correre, di rincorrersi, di connettersi tra loro, e grazie a ciò riusciamo a pensare e a fare cose che non ci rendiamo nemmeno conto, che per noi sono scontate. Alzare il braccio per portare la forchetta alla bocca ti sembrerà scontato ma se non fosse per il lavoro dei tuoi neuroni non riusciresti a farlo.
Ci sono cose quindi che facciamo inconsciamente (e significa che siamo sani) e altre cose per le quali bisogna allenare i nostri neuroni.
Occorre, quindi, potenziare e sostenere la plasticità del cervello favorendo la formazione di sinapsi, cioè un collegamento a rete fra i neuroni. La caratteristica meravigliosa del nostro cervello è che esso è plastico per tutta la vita!
Il cibo del cervello è costituito da tutte le stimolazioni di conoscenze, di apprendimento, di stimolo sensoriale, artistico, poetico, musicale, filosofico, di nuove esperienze affettive. Questa possibilità del cervello di restare attivo e vivo è chiamata plasticità neuronale (quindi la capacità dei circuiti nervosi di modificarsi come struttura e come funzione in risposta all’esperienza rinforzando connessioni, creandone nuove, generando nuovi percorsi), collega il nostro mondo interno al mondo circostante ed è regolata da alcune proteine dette neurotrofine. Le neurotrofine hanno la capacità di condizionare le funzioni e lo sviluppo dei collegamenti tra neuroni.
Ci sono alcune attività che portano a ridurre la neuroplasticità, come ad esempio il disuso, le funzioni cerebrali infatti, rispondono alla legge “use or lose it” (“se non lo usi, lo perdi”); se svolgiamo sempre le stesse attività, o non impariamo, ci sfidiamo in cose nuove il nostro cervello invecchia. “Non pratica” l’abitudine, “non va a braccetto” con la ripetizione. Cosi come lo stress, la produzione di cortisolo non aiuta i nostri neuroni a rimanere “in movimento”.
Le attività che puoi svolgere per aumentare la plasticità, la dinamicità del tuo cervello e quindi prevenire la progressiva riduzione dei neuroni sono più semplici di quello che potresti pensare, basta cambiare qualche abitudine. Te ne elenco alcune:
Annoiarti. Come prima attività ti starai chiedendo se sto dicendo sul serio. Ebbene si, dalla noia nasce la creatività. Il tempo noia non è negativo, anzi, il tempo dell’otium è tempo di riflessione, tempo di consolidamento di una nozione senza sovra affollare il nostro cervello.
Relazionati: i legami con gli altri favoriscono il dinamismo e la plasticità cerebrale, vivere in ambienti “arricchiti”, dove c’è interazione sociale e contatto fisico, cosi come anche stimoli cognitivi-stimolanti e sfidanti.
Cammina: camminare ogni giorno, per almeno trenta minuti, stimola, tra le altre cose, la produzione di BDNF (Brain-derived neurotrophic factor). Il BDNF è una neurotrofina che contribuisce alla sopravvivenza dei neuroni esistenti e alla crescita (e alla differenziazione) di nuovi neuroni e di nuove sinapsi. Migliora, inoltre, le abilità di apprendimento, di pensiero e di memorizzazione (a lungo termine). L’esercizio fisico regolare, come camminare, ha dimostrato di essere un fattore chiave nella riduzione del rischio di demenza, fino al 60%. Una delle ragioni potrebbe essere legata al fatto che quando gli animali compiono lunghi tragitti solitamente esplorano e scoprono territori inesplorati dove vivere. Il cervello, anticipando il fatto che l’animale deve imparare parecchio sul nuovo territorio, rilascia fattori di crescita che agiscono come “fertilizzanti” che favoriscono la crescita del cervello, permettendogli di costruire più facilmente connessioni tra le cellule. La camminata prolungata ha lo stesso effetto su di noi, mette il nostro cervello in uno stato neuroplastico. Non è necessario compiere esercizio fisico brutale, basta camminare per tre chilometri o percorrere 15 chilometri in bicicletta per contribuire ad abbassare il rischio di demenza.
Medita: Non è necessario mettersi nella posizione del loto, su una roccia in riva al mare, all’alba; puoi anche meditare a casa, seduto su un cuscino o su una sedia. L’importante è concentrarti sul tuo respiro, sulle sensazioni e, per alcuni minuti, non pensare a nulla. Mentre mediti, il cervello “rallenta” la sua attività e si avvicina alle onde alfa, che favoriscono il pensiero divergente e le intuizioni.
Impara a memoria: Quando impariamo a memoria qualcosa, si attivano diverse aree del cervello (corteccia prefrontale laterale, corteccia parietale inferiore, cingolato anteriore, ecc.), le connessioni neuronali si potenziano, diventano più frequenti e più “efficienti”. Scegli un brano, una poesia, una canzone e imparala a memoria.
Rinnova: Fare le cose sempre allo stesso modo, come seguire sempre la stessa strada per andare al lavoro o mangiare gli stessi cibi, dà sicurezza ma “addormenta” il cervello. Per mantenerlo attivo e vivace, invece, è necessario introdurre, ogni giorno, qualche (piccolo) cambiamento. Varia la colazione della mattina, la musica che ascolti, la pizza da scegliere nel listino, il supermercato dove fai la spesa, ecc. Esci dal solito tran-tran, stimolati in modo giocoso e spontaneo.
Ridi: alcuni studi preliminari indicano che ridere promuove uno sviluppo sano del cervello. A quanto pare, quindi seriosità non fa rima con neuroplasticità!
Dormi bene: un buon sonno per un numero sufficiente di ore, con molte fasi o stati REM in cui si sogna, consolida ciò che è stato appreso durante il giorno. Uno studio recente dell’università Americana di Rochester ha dimostrato che, durante il sonno, le cellule cerebrali chiamate glia aprono canali speciali che permettono ai prodotti di scarto e alle tossine di essere eliminate, incluse le proteine che causano la demenza. Inoltre, mentre dormiamo si consolidano nuove connessioni tra neuroni e divengono più durature.
Viaggia: (appena si potrà) viaggiare è bello, divertente, formativo, arricchente e molto utile per l’attività cerebrale. Le connessioni neurali risentono dei cambiamenti ambientali. Suoni, immagini, odori, sensazioni, sapori, linguaggi nuovi attivano nuove sinapsi e possono “rivitalizzare” la mente.
Alimentazione sana: il cervello utilizza come sorgente di energia il glucosio e produce insulina, in grado di gestire l’entrata del glucosio all’interno dei neuroni; una carenza di insulina nel cervello genera una demenza degenerativa. Gli Omega 3, DHA, EPA (acidi grassi insaturi) presenti ad esempio nel pesce e nelle alghe noti per i loro effetti efficaci sull’integrità funzionale e strutturale del cervello. Anche l’acido folico contenuto nella verdura cruda a foglia verde. La B6 nei semi oleosi e la B12 in uova, pesce e carne. E la vitamina B3 svolge un’azione positiva nel metabolismo lipidico all’interno delle cellule. Non da meno è l’acqua e l’ossigeno. Il cervello è l’organo del corpo che ne consuma di più. Una ridotta presenza di ossigeno (ipossia) causa una progressiva atrofia della massa cerebrale. In generale, una carenza di ossigeno genera decadimento cognitivo cerebrale e decadenza funzionale ed estetica del corpo.
Ora testiamo la tua plasticità ... Facciamo un piccolo gioco!
Prendi un foglio bianco e in un solo minuto scrivi tutti i nomi di frutti che ricordi. Non imbrogliare. Se riesci a scrivere più di 15 frutti hai superato il test con ottimi risultati, significa che le tue aree cerebrali sono allenate, se il risultato è tra 5 e 8 è scarso, sotto i 5 è insufficiente (Non disperare comunque perché è dimostrato che anche un cervello di un anziano può ancora imparare, perché la plasticità non scompare va semplicemente allenata).
Bene.. ora.. se sei arrivato a questo punto, il tuo cervello non è più lo stesso di quando hai cominciato a leggere: le informazioni che hai acquisito hanno stimolato (e modificato) le tue connessioni neuronali. Fornire al tuo cervello stimoli adeguati, quindi, agevola la sua plasticità e lo sprona a diventare via via più reattivo e dinamico, indipendentemente dall’età.
Tieni sempre alta l’asticella, spronati, sfidati. Avrai capito che un cervello più plastico è, maggiore sarà la creatività che si spingerà fuori. Se seguirai i suggerimenti, potrai rendere il tuo cervello sempre più attivo, vivace e… creativo! Diventerai un perfetto Folle 😉
Buoni esperimenti a tutti, e felici nuove scoperte di nuove strade, viuzze, scalate intellettuali, mulattiere emozionali... perché di imparare non si finisce mai! E questo, forse, è l'unico vero grande segreto per non invecchiare mai!
Ecco qualche tips per dare un boost alla tua creatività e memoria…
Praticare la creatività ogni giorno ti dà una botta di autostima, perché ti aiuta a sviluppare uno sguardo positivo e possibilista sul mondo, a considerare i problemi come opportunità. Sfidare le consuetudini, spingerti in territori inesplorati, sfruttare l'empatia per creare connessioni nuove e la curiosità per aprire la mente a nuove possibilità.
Mettiamo in moto la nostra neuroplasticità e creatività - risorse straordinarie e a buon mercato (anzi è gratis!) - magari proponendosi di svolgere, ogni giorno, qualcuno dei seguenti esercizi-giochi che ho trascritto qui sotto, ma senza troppo pensarci mi raccomando.
Fai uno screenshot o salva pure questa foto e tienila con te come promemoria e sfidati!
CONSIGLIO DI ABBINARE A...
Fitoterapia: Ginseng, Eleuteococco, Rhodiola. Rosmarina, Centella Asiatica
Fiori di bach: Holly, Elm, Clematis, Chestnut Bud
Aromaterapia: olii essenziali al Rosmarino, Basilico, Limone e Menta
Integratori: fosforo, magnesio, Vitamine C ed E vitamine B1, B3, B6 e B12, acido folico, ferro, zinco, iodio, Omega 3, DHA, EPA, ALA
*per conoscere meglio quale rimedio naturopatico sia più adatto a te rivolgiti al tuo naturopata di fiducia
BIBLIOGRAFIA:
Eleonora Guglielman (2014), Il cervello plastico. Fondamenti neurofisiologici e strategie efficaci per l'apprendimento permanente
The Brain’s Way of Healing: Stories of Remarkable Recoveries and Discoveries, Norman Doidge, 2015 Allen Lane
Soft-Wired: How the New Science of Brain Plasticity Can Change Your Life, Michael Merzenich, Parnassus
L’intestino, il sesto senso del nostro corpo. Alimentazione consapevole e biochimica della gioia. Pier Luigi Rossi – Aboca 2018
www.psicologiacontemporanea.it/blog/creativita
L’Arte della Lentezza. Trovare il tempo per sé in un mondo sempre di corsa. Veronique Aiache, 2018 Giunti
Elogio della Lentezza - Lamberto Maffei, 2014 Il Mulino