Intestino, il nostro secondo cervello
Lo sapevi che il tuo corpo parla?
Ebbene si, il tuo corpo ti invia dei messaggi.
Spesso questi messaggi arrivano sotto forma di disturbi fisici che richiamano la tua attenzione e spesso, si tratta di disagi interiori che non hai mai ascoltato.
Vediamo di capirci meglio: ogni organo è depositario di un significato simbolico e saper leggere il suo linguaggio, ti permette di comprendere il messaggio nascosto dietro al tuo disturbo. I disturbi sono “codici” che il tuo corpo usa quando non hai parole per esprimere i disagi che ti abitano.
In questo articolo ti spiego qual’è il senso che si cela dietro i disturbi intestinali.
L’intestino è il tuo secondo cervello!
La lettura simbolica dell’intestino è collegata a quella del cervello. Questi due organi infatti sono simili nel colore e nell’aspetto esterno: le circonvoluzioni cerebrali assomigliano alle anse intestinali, non trovi ?
Ma non solo, sono simili anche nelle loro funzioni: il cervello infatti assorbe stimoli e impressioni dell’esterno, ne trattiene una parte sotto forma di memoria ed esperienza ed elimina l’altra sotto forma di sogni e “pensieri di scarto”.
L’intestino, in modo analogo, riceve il cibo ingerito e ne filtra una parte che andrà nei vasi sanguigni e che costituirà i mattoni del corpo e l’altra, invece, la eliminerà sotto forma di feci.
Ti chiederai.. e quindi ?
Quindi possiamo dire che l’analogia tra le circonvoluzioni celebrali e le anse intestinali crea una sovrapposizione tra il contenuto della mente (le idee, i pensieri, i concetti) e quello intestinale. La maggior parte di noi considera l’intestino, e la funzione che esercita come “sporco” quindi, quest’organo, diventa il luogo-simbolo in cui si svolge l’elaborazione di quei contenuti psichici (desideri trasgressivi, fantasie immorali, pensieri sporchi, paure) inaccettabili per la nostra coscienza che quindi sono giudicati inadeguati e da censurare.
L’intestino è la cassa di risonanza delle nostre emozioni
La pancia è il primo posto in cui arrivano e vengono percepiti i segnali che ti allarmano, che ti eccitano, ti irritano, che ti fanno paura. La pancia sente e reagisce, elabora gli stimoli che i tuoi sensi captano. Tutto questo può avvenire grazie alla densa innervazione da parte del sistema nervoso autonomo e ai numerosi ricettori celebrali che si trovano nei visceri. Quando l’intestino manifesta un disturbo vuol dire che sta elaborando un certo conflitto, che sta reagendo a situazioni stressanti o che si sta difendendo da invisibili attacchi. E ciò accade perché l’intestino non scompone chimicamente solo il cibo, ma simbolicamente anche tutto ciò che ti passa per la testa, quello che ti accade durante la giornata e le emozioni che provi. Lo fa sempre, costantemente. Questa elaborazione però, a differenza del pensiero avviene in maniera inconsapevole e te ne rendi conto solo quando l’inestinto manda dei segnali di insofferenza. Inizialmente potresti pensare che il disturbo che ti ha colpito sia causato dal cibo che hai ingerito, probabile, ma se ci fosse altro? Ti sei mai chiesto cosa davvero sta accadendo dentro di te? Di seguito ti spiego quali sono gli aspetti simbolici che celano i disturbi intestinali più diffusi: Colite e Stipsi.
La Colite
Il lasciare andare veloce e violento della scarica diarroica fa pensare al bisogno impellente di liberarsi di un materiale inaccettabile che non si può né contenere né tantomeno assimilare. Questa scarica a livello intestinale trova il suo corrispettivo a livello mentale, nel tentativo di espellere un contenuto ( fatto di pensieri, fantasie, idee, emozioni) disturbante e spesso vissuto come “sporco”. Quando durante la colite si presentano i crampi, spesso possiamo simbolicamente parlare di una lotta interna, una sorta di “tira e molla” tra la tendenza a procedere in avanti e verso l’esterno ( spirito di iniziativa, aggressività ecc) ed un movimento che agisce in direzione opposta.
La Stipsi
E’ la difficoltà ad emettere gli scarti intestinali, quindi a liberarsi di qualcosa che ha già svolto la sua funzione e che ora dovrebbe essere rilasciata nell’ambiente. Dal punto di vista simbolico c’è il tentativo di non cedere, di trattenere il più a lungo possibile ciò che senti ti appartenga (oggetti, situazioni, persone), la paura che cedendo e lasciando andare qualcosa di te, tu possa in un certo senso rinunciare anche a te stesso.
Conclusione
L’intestino parla, certo, lo fa a suo modo ma ascoltare il tuo corpo e i suoi segnali è la via per rientrare in contatto con la tua natura più intima. Ti consiglio quindi di non concentrarti solo sulla manifestazione organica del malessere ma di andare più nel profondo... nel tuo profondo! Cercando di cogliere quale sia il messaggio di cui l’intestino si fa portatore, per potere agire sulla vera guarigione. La guarigione è sempre un processo di auto-guarigione: ciò che fa recedere il disturbo nasce all’interno di te stesso, quando dai ascolto al messaggio espresso attraverso quel malessere. Il primo passo è quello di far emergere il senso profondo del disagio e il motivo per cui si manifesta proprio in quella fase della tua vita e attraverso, in questo caso, l’intestino.
E tu? Cosa fai ? Ti ascolti?
Fonti: LIBRO: “Il linguaggio segreto degli organi”